LA ENI SI RITIRA
Di Maria Luz FdC
10.04.06 | La ENI abbandona la terra della filibusta meglio conosciuta come il paradiso del greggio. In effetti a conseguenza dei cambi contrattuali effettuati dal governo rivoluzionario bolivariano é sostanzialmente cambiata la posizione della impresa italiana rispetto alla locale PDVSA. I contratti a suo tempo firmati fra i rappresentati del gruppo italiano e il governo del Venezuela per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi locali definiti allora come " Convegni Operativi " nei quali l'operatore nel caso specifico la ENI provvedeva alla estrazione passando poi la produzione alla locale PDVSA che si incaricava della commercializzazione.
In tale accordo commerciale firmato negli anni 90 la operatrice assumeva il rischio di esplorazione e fatturava a PDVSA la quantitá di greggio estratto a un prezzo considerato ragionevole soprattutto quando il petrolio oscillava in una banda compresa fra 10 e 20 dollari il barile. Alla luce degli aumenti convulsi degli idrocarburi in generale e del petrolio greggio in particolare il governo rivoluzionario ha deciso di dare un colpo di timone a tali convegni firmati con la maggior parte degli operatori mondiali del petrolio fra cui la ENI giá che al prezzo attuale di 60 dollari il barile é molto piú conveniente creare una nuova figura che la rivoluzione e il suo profeta hanno denominato come societá di tipo misto nelle quali gli operatori stranieri hanno diritto solo a un 30 % delle azioni e pertanto della attivitá.
Di nuovo il tutto viene statizzato e sotto la mannaia di Chavez cadono giá non solo le grandi aziende agricole oggi invase da cooperative contadine le quali senza possedere nessun titolo di proprietá violano i confini e si stabiliscono nei centri di produzione obbligando i proprietari a giungere ad accordi sotto pressioni e a volte minacce delle autoritá, cadono edifici che nel centro della propria capitale Caracas sono invasi da senza tetto in molti casi protetti dalla stessa polizia locale, bensí i contratti che furono firmati da leggittimi governi oggi sono annullati seguendo il famoso principio "La legge e la costituzione si interpretano d'accordo agli interessi della rivoluzione" Parole pronunziate dalla procuratrice della republica del Venezuela in moltissime occasioni.
Alcune delle imprese appartenenti agli ex convegni operativi hanno accettato il passaggio alla nuova forma contrattuale offerta dal regime rivoluzionario. La maggior parte di esse inglesi, olandesi e nord americane sono storicamente abituate a sopravvivere nelle terre difficili della filibusta, in quelle per intenderci come lo fú Port Royal capitale pirata nel Mar dei Caraibi dove nei secoli XVI e XVII era valida unicamente la volontá del capitan Barbarossa o di Drake. Noi italiani non abbiamo probabilmente un feeling importante con i pirati e gli unici contatti furono attraverso del genio di E.Salgari pertanto consideriamo che i contratti firmati da una nazione, uno stato, debbano essere rispettati dai relativi governi.
Nella nuova Venezuela rivoluzionaria e bolivariana, como insistono in chiamarla, le leggi e la costituzione prendono forma d'accordo agli avvenimenti, il caso piú evidente sono le dichiarazioni teletrasmesse dal proprio presidente Hugo Chavez il quale ha affermato che: " Se la opposizione non presenterá candidati nelle prossime elezioni presidenziali a celebrarsi nel mese di Dicembre 2006 lui stesso presenterá una proposta di cambio della costituzione per essere nominato come PRESIDENTE VITALIZIO.
Verrebbe accettata la proposta in questione ??? Sicuramente si giá che l'attuale parlamento unicamerale é composto solo da membri del partito rivoluzionario e pertanto totalmente soggetti alla volontá del lider.
Ciao ENI, con te se ne vá un altro pezzetto d'Italia
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