VENEZUELA , COLOMBIA: DIPLOMAZIA DEL CEROTTO.
Di Maria Luz FdC
Caracas 21 Gennaio 2005 | Il problema causato dal terrorista Rodrigo Granda appartenente alla guerriglia colombiana FARC e catturato in Caracas, Venezuela da un gruppo di militari venezuelani e poi consegnato alle forze speciali colombiane continua a causare un forte malessere nelle realzioni fra i due paesi sud-americani.
Le reazioni delle due nazioni sono totalmente diverse e definiscono chiaramente le linee d' azione di due governi ideologicamente agli antipodi facendo intrevedere un continente profondamente fratturato.
Quello venezuelano liderizzato dal colonnello Hugo Chavez si é dichiarato da sempre contrario a considerare terroristi la guerriglia colombiana e in particolare la FARC giá che in molti aspetti ricalcano il pensiero e la filosofia della rivoluzione bolivariana. Da quando nell'anno 1999 Chavez assunse la presidenza della repubblica ha dichiarato la guerriglia come neutrale per quanto concerne le relazioni con Venezuela specificando che tale neutralitá si sarebbe automaticamnete estinta nel caso la FARC o qualunque altro fronte guerrigliero avesse attaccato le forze venezuelane stazionate nella frontiera con il vicino paese, cosa avvenuta in varie oppoprtunitá e mai considerata come motivo di rottura.
Tale atteggiamento concorda pienamente con la alleanza civica militare fra la repubblica bolivariana del Venezuela e la repubblica di Cuba ed é prevedibile che il ponte Cuba, Venezuela, guerriglia cotituisca un corridoio di transito che comincerá senza dubbio a funzionare quando i combattenti che Colombia considera terroristi non potranno piú utilizzare il Venezuela come zona di risposo, transito, centro di contatti internazionali e di scambio giá che non é un segreto il costante intercambio della droga, fonte finanziaria della guerriglia e delle armi necessarie per i combattenti.
La cattura di Granda o come la definisce lo stesso Chavez il suo sequestro crea un'ombra sulla sicurezza dell' andamiaggio montato giá da molti anni e probabilmente il colpire uno dei centri neuralgici esterni della guerriglia era la intenzione del governo colombiano coadiuvato dagli Stati Uniti. Non a caso Condolessa Rice, voce cantante nel nuovo gabinetto di G.W.Bush ha lanciato seri avvertimenti al regime venezuelano circa i possibili nuovi equilibri nel continente.
La reazione immediata del governo di Alvaro Uribe in Bogotá, Colombia, é stata quella di convocare tutte le forze politiche rappresentate dagli ultimi ex presidenti e ministri degli esteri per creare un forte fronte comune nel sostenere la tesi della cattura e dello spirito nazionale della autodifesa giá che nel mondo il terrorista é oggi considerato un pericolo globale e pertanto la sua persecuzione deve essere riconosciuta a livello internazionale. Approfittando di un momento particolarmente propizio ha lanciato una crociata interna e d esterna contro il terrorismo con l'appoggio ufficiale immediatamente dichiarato degli USA.
A tale fronte politico e istituzionale compatto ha risposto il regime bolivariano di Hugo Chavez con una situazione politica molto piú debole, profondamente divisa e grande é stato lo sforzo del parlamento, nonostante la maggioranza dei diputati appartenga al regime chavista per approvare una dichiarazione di ripudio alla violazione del diritto territoriale. Lo unico che si suppone possa dare un certo rilievo alla posizione venezuelana sará la dimostrazione popolare convocata dallo stesso Hugo Chavez a condanna della violazione commessa.
Vari sono i paesi latino americani offertisi come mediatori nella crisi attuale peró il Brasile sia per il suo peso specifico nell'ambito continentale sia per le buone relazioni fra Chavez e Lula da Silva é attivamente interessato nel trovare una soluzione diplomatica all'impasse creatosi peró per curare una grave frattura il cerotto non serve.
Probabilmente dovuto ai forti interessi economici esitenti tanto dal lato colombiano come dal venezuelano presto si giungerá a un accordo di compromesso, rimane comunque aperta una gigantesca frattura su due blocchi che tendereanno a distanziarsi come accennato per le insalvabili differenze ideologiche esistenti. Cuba e Venezuela attualmente liderizzano un componente politico estremamente pericoloso e che cercheranno con tutti i mezzi di esportare al resto del continente, Bolivia, Perú sono i casi recenti di tali tentativi mentre Brasile condotto da Lula da Silva ha assunto una posizione centrista rispetto al radicalismo bolivariano e pertanto stá cercando un equilibrio in realtá difficile da mantenere.
La rivoluzione che non si espande muore per asfissia giá che per alimetarsi ha bisogno costantemente di nuove lotte e quindi di nuove forze. Questa é la sua debolezza e Hugo Chavez lo sá perfettamente.
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