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VENEZUELA 49 A UNO, ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIARIE?

di Maria Luz FdC

Caracas 10 Dicembre 2004 | La conosciuta ONG Provea, Organizzazione in pro dei diritti umani, ha dichiarato oggi la sua profonda preoccupazione su dati registrati nell'anno che stá per terminare e hanno sottolineato alcuni di particolare gravitá.

Duarante l'anno in coso si é registrato un forte incremento statistico dei morti in scontri armati con i corpi di sicurezza dello stato. Ben 49 cittadini sono stati uccisi per ogni agente morto in azioni antidelinquenza. Tali cifre sono sembrate altissime ai membri di Provea i quali sono non comprendono come la tassa di uccisioni sia cosí alta rispetto a altri paesi del continente. Esecuzioni extragiudiziarie ?

Questa é una delle domande che si fanno gli appartenenti a Provea soprattutto quando in uno dei casi piú recenti e piú noti, l'attentato nel quale perse la vita il procuratore Danilo Anderson tutti gli indiziati sono stati uccisi in scontri armati con le forze di sicurezza dello stato e gli altri sono in apparenza, secondo dichiarazioni del regime, espatriati o latitanti.

In Venezuela questo tipo di esecuzioni non sono una novitá, alcuni dei corpi di polizia regionale sono stati investigati in precedenza per fatti simili peró sino ad ora nulla si é saputo se non di alcuni agenti allontanati dal servizio attivo in attesa delle indagini.

Un secondo dato che ha richiamato la attenzione di Provea é la franca violazione dei diritti umani contro ben 11 cittadini i quali essendo oggi civili hanno in corso giudizi presso tribunali militari, sono attualmente prigionieri in carceri militari e per loro si stá applicando il codice di giustizia militare.

Questo rappresenta indubbiamente un gravissimo precedente di violazione alla costituzione nella norma che stabilisce il giudice naturale che nel caso di civili é la magistratura ordinaria. Non é giustificabile tale flagrante violazione ai diritti umani indicando che gli imputati sono ex militari giá che al ritirarsi automaticamente si trasformano in civili con pieni diritti e doveri.

Ieri di nuovo le immagini di violenza nella capitale sono apparse sui notiziari mondiali. Nuovamente decine di feriti, detenuti tutti venditori ambulanti ai quali la polizia locale impediva appostarsi lungo le strade piú affollate del centro per offrire la loro mercanzia. Coloro che il regime ha utilizzato per anni come massa di scontro contro le dimostrazioni della opposizione oggi si ribellano alle autoritá che pretende presentare al mondo una nazione falsamente prospera e felice.

Son passati solo pochi mesi dagli attacchi costanti dei "circoli bolivariani" in realtá squadroni di assalto che imboscavano senza pietá le marce della opposizione con pietre e razzi casarecci ricavati da fuochi artificiali peró di tal potenza da essere denominati Bin Laden. Oggi quella stessa folla ha attaccato la polizia del regime con gli stessi razzi e le stesse pietre per difendere il diritto a non morire di fame giá che l'unico introito disponibile é quello delle magre vendite fatte sui marciapiedi.

Ieri, il vicepresidente della Repubblica J.V.Rangel, appena si rese conto del pericolo latente della possibile perdita di popolaritá fra i ceti piú bassi immediatamente richiamó gli agenti e condannó la violenza dell'azione repressiva. Varrebbe la pena chiedersi perché la violenza che fu utilizzata in tutte le occasioni anteriori causando morti e feriti contro le dimostrazioni democratiche della opposizione non fu mai qualificata eccessiva, al contrario fu dallo stesso ampiamente giustificata.

Misteri peró siamo sotto la legge bavaglio e alle domade imbarazzanti ............... shhhhhh............ solo silenzio.



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